Inflazione

Inflazione, buona o cattiva? Sicuramente è necessaria. La deflazione invece è il nemico peggiore per i mercati.

Le basi: inflazione e potere d’acquisto

Se un litro di latte cosa 1,30 euro, con 5 euro un risparmiatore potrebbe comprare 3 litri spendendo 3,90 euro e mettendo da parte 1,10 euro.

Se l’inflazione sale, i prezzi aumentano. Il prezzo del latte salirà quindi 1,40 euro.
Il nostro risparmiatore potrà sempre comprarne 3 litri, ma gli resteranno in tasca soltanto 80 centesimi.

Se l’inflazione continua a salire, il latte arriverà a costare 1,70 euro con 5 euro i litri nel carrello potranno essere solo 2.

L’inflazione buona

L’inflazione buona è quella che si sviluppa in un Paese che guadagna e cresce, dove la gente spende e c’è ottimismo.

L’atteggiamento è: “Compro questo oggetto oggi perché so che se aspetto domani costerà di più”.
I prodotti si vendono, le aziende lavorano e assumono personale, la disoccupazione scende e gli stipendi aumentano.

In una congiuntura come questa, le banche centrali aumentano i tassi, quindi ottenere un prestito o un mutuo diventa più costoso.
Dall’altro lato, chi possiede titoli e obbligazioni vede crescere i rendimenti.

I tassi alti finiscono per raffreddare l’economia: la gente spende meno, le aziende producono meno, l’occupazione cala, gli stipendi calano e un nuovo ciclo ha inizio.

L’inflazione cattiva

L’inflazione cattiva, facile dirlo, è quella che stiamo vivendo ora.

Il rialzo dei prezzi è eccessivo, non è in linea con il potere di acquisto dei consumatori e non coincide con una fase di ottimismo.

Oggi, ad esempio, l’inflazione sta salendo a causa delle materie prime che costano di più e delle incertezze legate agli scenari post pandemici e bellici.

Perché questo accade? Provo a spiegarlo con un esempio.

Nella mia pizzeria preferita, la 4 stagioni costa 10 euro.
Poi accade l’imponderabile: le mucche smettono di produrre latte e il prezzo della mozzarella mozzarella passa da 5 euro a 28 euro al kg.

Il pizzaiolo subirà un notevole incremento di costi per infornare la mia 4 stagioni e dovrà aumentare il prezzo di listino a 18 euro.

L’anormalità economica

Negli ultimi anni abbiamo vissuto diverse situazioni “anormali”: i tassi scesi sotto zero, negativi anche a 10 anni.

Conveniente per chi contrae un mutuo o un prestito, ma chi possiede titoli del tesoro “presta” denaro agli Stati senza avere nessun rendimento.
Le aziende possono ottenere denaro facilmente, ma non sanno come utilizzarlo.

Alla fine del 2019 la situazione sembrava in fase di normalizzazione, con i tassi che mostravano un primo rialzo, ma la pandemia ha nuovamente bloccato i mercati.

L’inflazione era pronta a scoppiare: troppa liquidità gratuita. Miliardi fermi, che aspettavano di essere spesi.

Era doveroso uno sforzo per uscire da questa situazione, ma ecco scoppiare la guerra in Ucraina, fonte di nuova instabilità.

Tutto ciò ha determinato una situazione di inflazione cattiva caratterizzata da:

  • Rapido e consistente rialzo dei tassi;
  • Innalzamento dei prezzi delle materie prime e risorse energetiche;
  • Aumento delle bollette che portano in Europa una minaccia di recessione.

Capire l’inflazione

Durante una riunione con case d’investimento, un consulente ha usato un esempio decisamente particolare ed efficace per esprimere il concetto: l’inflazione (buona e cattiva) come un barattolo di ketchup.

Ho davanti un bel piatto di patatine fritte ed in mano un bel barattolo di ketchup.
Schiaccio, schiacchio e non esce niente (inflazione bloccata).
Schiaccio più forte e vedo una prima goccia rossa che sta provando ad uscire.
Continuo nel mio tentativo con una bella pressione energica e un fiotto enorme di ketchup schizza fuori diffondendosi ovunque.
In parte dentro al mio piatto: la salsa non è del tutto omogenea, però le patatine sono pronte (inflazione buona).
Ma li ketchup ha macchiato anche la tovaglia e la mia camicia bianca (inflazione cattiva).

Altra conseguenza: come il ketchup non tornerà nel barattolo, il fenomeno inflattivo non tornerà indietro.
Buona o cattiva che sia, quando l’inflazione è partita non possiamo fare altro che agire di conseguenza.

Per un investitore è importante capire quale congiuntura sia in corso per decidere consapevolmente come integrare, ridurre o modificare il proprio portafoglio.

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